martedì 20 dicembre 2011

Gingerbread Cookies

Gli omini di pan di zenzero sono dei tipici biscotti della tradizione anglosassone che si usa infornare soprattutto nel periodo natalizio per due ragioni: la prima, più ovvia, per gustarseli, la seconda per appenderli all'albero di Natale come decorazioni.
Per questo motivo possiamo trovarli, e nel caso crearli, nelle forme più svariate: stelle, casette, campane, a palla, ad albero ma la forma che più li contraddistingue è certo quella dell'omino, divenuto famoso anche grazie al film “Shrek” (tutti ci ricordiamo del dolce e tenero Biscottino).
Questi cookies non fanno certo parte della nostra tradizione culinaria perciò mi sembra giusto farveli conoscere attraverso queste poche righe.
Oltre a soddisfare il vostro palato, potrebbero diventare un passatempo per voi e per i più piccoli in attesa di Babbo Natale oppure dei regalini originali per amici e parenti.
Ingredienti per 8 omini (misure: 14cm x 7cm)
350gr farina 00
150 gr zucchero
150gr burro
150gr miele
1 uova
1 cucchiaino di bicarbonato
2 cucchiaini zenzero in polvere
1 cucchiaino cannella in polvere
1/4 cucchiaino noce moscata in polvere
1/4 cucchiaino chiodi di garofano macinati
1 pizzico di sale
Decorazione: 200gr zucchero a velo | 1 albume | coloranti alimentari

In un recipiente setacciate la farina e unite tutte le spezie in polvere, il bicarbonato e un pizzico di sale. In un’altra ciotola invece sbattete burro, zucchero e l'uovo, alla fine aggiungete anche il miele.
A poco, a poco unite a quest'ultimo composto la farina con le spezie.
Lavorate per bene fino ad ottenere una palla. Avvolgetela nella pellicola trasparente e mettetela a riposare in frigorifero per un'ora, un'ora e mezza.
Trascorso il tempo, aiutandovi con della farina per non far attaccare l'impasto al piano, stendete la pasta col mattarello. A questo punto potere dare sfogo alla vostra fantasia e creare le forme che più vi piacciono, ma ricordatevi di fare almeno un paio di omini altrimenti non si chiamerebbero omini di pan di zenzero!!!!Esisteranno in Italia le formine per biscotti a forma di omino?! A questa domanda dovrete rispondere voi.
Una volta tagliati infornateli in forno preriscaldato a 180° per circa 8-10 minuti.
Una volta sfornati, fateli raffreddare e una volta induriti dovrete decorarli.
Mi raccomando: devono essere duri, altrimenti si sfaldano.
Preparate la glassa sbattendo a neve l'albume e incorporando poco alla volta lo zucchero a velo. Ponete la glassa in tante ciotoline diverse e mescolate ciascuna col colorante alimentare scelto.
Date sfogo alla vostra creatività. BUON DIVERTIMENTO!

sabato 17 dicembre 2011

La mia prima marmellata

Ieri ho fatto la mia prima marmellata, una cosa piuttosto insolita per chi come me dalla cucina dovrebbe stare alla larga. Ma partiamo dal principio.
Domenica mattina ero al supermercato nel reparto frutta quando ho visto una bellissima ed economica vaschetta di cranberries. Mi sono detta: se mangi i mirtilli neri Eleonora vedrai che ti piaceranno anche quelli rossi; SBAGLIATO! In tutta onestà non credo neanche che si mangino ed io probabilmente ero l'unica a non saperlo.
Ho scoperto che se ne vendono moltissimi in questo periodo perché sotto le feste natalizie si usa mangiare come accompagnamento al tacchino una deliziona salsa di mirtilli rossi (i più pigri posso comprarla già fatta).
Io purtroppo faccio un pò parte di quest'ultima categoria e la preparazione di salse non è certo il mio forte, soprattutto se è la prima volta.
Alla fine ho optato per una più comune marmellata e dopo attente ricerche ecco la ricetta che ho usato:
500 gr. Mirtilli rossi
550 gr. Zucchero
1 mela
1 limone

Queste dosi sono per circa 4 barattoli di media grandezza.
Lavare i mirtilli rossi e lasciarli scolare, nel frattempo sbucciate e grattuggiate una mela e spremete un limone. Mettete il tutto in una pentola di acciaio e ricoprite con lo zucchero.
Cuocere per 45/50 minuti mescolando di tanto in tanto.
Una volta terminata la cottura potete invasare la vostra marmellata in barattoli sterilizzati facendo attenzione a non bruciarvi.
Se non sapete come sterilizzare un barattolo di vetro cercate su internet, troverete tutti i passaggi punto per punto, mi raccomando perché è molto importante!

Questo è il risultato...

venerdì 16 dicembre 2011

Ci sono Whiskey e Whisky - Parte 2

Vediamo alcuni tipi di whisky:
Il single malt whisky
Un single malt whisky è un'acquavite che proviene da un'unica distilleria e prodotto esclusivamente con malto d'orzo. Durante l'imbottigliamento può includere un whisky proveniente da una precedente produzione ma l'età presente sull'etichetta si riferisce al più giovane.
Il vatted malt
Nasce dall'incontro di malti prodotti da distillerie diverse ed è praticamente il risultato di un blending tra sole acquaviti.
Essi vengono etichettati come Pure Malt o Scotch Malt Whisky.
Un vatted malt può nascere per tipicizzare una determinata zona di produzione o, più spesso, per equilibrare le caratteristiche dei singoli malti.
Il grain whisky
Un grain whisky viene prodotto mediante una distillazione continua.
I cereali maltati vengono cotti a vapore sotto pressione: il distillato ottenuto possiede una maggiore gradazione alcolica e invecchia più rapidamente rispetto a un whisky di malto.
Il single grain whisky
Un single grain whisky è il prodotto della distillazione di un solo cereale.
L'età posta sull'etichetta indica il tempo trascorso nella botte dal whisky più giovane. 
Il blended whisky
Il 95% del whisky di malto prodotto è destinato al blending e soltanto la restante piccola parte viene commercializzata come single malt whisky.
Molti definiscono il blending un'arte e in effetti in questa fase l'uomo ha un ruolo fondamentale, scegliendo i malti che devono entrare a far parte della miscela e stabilendo per ciascuno di essi la giusta quantità.
Un blended è il matrimonio di diversi single malt whisky (da quindici fino a quaranta) con uno o più whisky di cereali.
Se nel blending la quantità di whisky di malto impiegata supera il 40%, il distillato viene classificato come super premium; se invece tale dose si aggira tra il 30% e il 40 %, il whisky si definisce premium. Il whisky classificato come special infine contiene una dose di malto che non supera il 30%.
Ci sono poi dei whisky chiamati first and second category, venduti normalmente nei supermercati, le cui percentuali di malto non superano rispettivamente il 20% e il 10%.
I cultori dei distillati si troverebbero benissimo qui a Londra, ecco per voi alcuni Bar specializzati:
-il Macdonald Bar
15 Eccleston Street
Belgravia
SW1W 9LX
Mon – Fri: 12pm - 1am
Saturday: 6pm - 1am
Sunday: Closed
Ristorante scozzese di Boisdale vanta 170 malt whiskies oltre ad una consistente selezione di sigari cubani.
-il Salt
Altro whisky pub

Ci sono Whiskey e Whisky - Parte 1

Con molta probabilità l'arte della distillazione si praticava in Irlanda e in Scozia già nell'alto Medioevo, tuttavia non esiste certezza di questa ipotesi. Si può comunque affermare senza problemi che sia il whiskey irlandese, sia quello scozzese, hanno alle spalle secoli di tradizione.
Uno dei primi documenti dove si fa cenno ad un distillato d'orzo in Scozia è un registro di uno Scacchiere scozzese del 1494, dove si parla della fornitura di “otto boll di malto a Frate John Corr per farci l'acquavitae” nome equivalente al gaelico “Uisge beatha”, che in irlandese gaelico diventa “uisce beathadh”.
Ci sono inoltre riferimenti storici ad attività di distillazione a Bushmills (contea di Antrim) che risalgono al 1494. Ma fu nel 1608 che venne ufficialmente concessa a questa zona la prima licenza al mondo per la distillazione del whiskey.
Ma quali sono le qualità di un distillato per acquisire la denominazione di whisky?
-Deve essere prodotto con acqua e cereali a una gradazione alcolica per volume inferiore al 94,8%
-Invecchiato in botti di capacità non superiore a 185 galloni US (1 gal=3,7 litri)
-Invecchiato per un minimo di tre anni dalla data di distillazione in una cantina doganale.
Esistono whiskey e whisky ma si tratta sostanzialmente di due distillati differenti.
Il whiskey è di malto irlandese ed il whisky è di malto scozzese. Essi condividono una lunga storia e perciò presentano parecchie somiglianze nel processo di produzione.
Tuttavia, oltre che per l'inserimento di una “e”nel termine whiskey, essi differiscono per almeno altri due aspetti importanti:
- la mancanza di gusto affumicato nel whiskey di malto
In Scozia l'orzo maltato viene a contatto con il fumo mentre viene fatto asciugare ed acquista per questo un gusto decisamente “affumicato” grazie alla torba. In Irlanda il malto viene tradizionalmente fatto asciugare in forni chiusi senza alcun contatto. La totale assenza di gusto affumicato nel whiskey di malto irlandese consente ai sottili aromi di malto e di miele di emergere.
- Il secondo aspetto è la tripla distillazione del whiskey di malto irlandese
In Scozia, il whisky è generalmente distillato due volte e una volta per il Bourbon.
In Irlanda la distillazione viene eseguita tre volte per rendere il prodotto finale più puro e morbido al palato.

martedì 13 dicembre 2011

V per Vendetta? No. G per Guy Fawkes

«Remember, remember the Fifth of November,
The Gunpowder Treason and Plot,
I know of no reason
Why Gunpowder Treason
Should ever be forgot.
Guy Fawkes, Guy Fawkes, t'was his intent
To blow up King and Parli'ment.
Three-score barrels of powder below
To prove old England's overthrow;
By God's providence he was catch'd
With a dark lantern and burning match.
Holloa boys, holloa boys, let the bells ring.
Holloa boys, holloa boys, God save the King!»

Il mese scorso, per essere precisa il 5 di novembre, abbiamo assistito alla celebrazione annuale conosciuta come Guy Fawkes Night (and day). È una giornata di festa nel Regno Unito e nelle sue ex colonie della Nuova Zelanda, una parte del Canada e dei Caraibi.
Si commemora la sventata Congiura delle Polveri, quando un gruppo di cattolici tra cui Guy Fawkes progettò di far esplodere il Palazzo di Westminster nel pomeriggio del 5 novembre 1605, all'interno del quale si trovava il Re Giacomo I d'Inghilterra, famoso per la sua poca tolleranza nei confronti dei cittadini cattolici.
I festeggiamenti veri e propri consistono in spettacoli pirotecnici in varie parti della città.
Un esempio moderno di questo evento storico si trova nel film del 2005 V per Vendetta diretto da James McTeigue, tratto dall'omonimo graphic novel di Alan Moore e illustrata da David Lloyd.

«C'è molto più della carne sotto questa maschera. C'è un'idea, e le idee sono a prova di proiettile...»  

sabato 10 dicembre 2011

piccoli angoli di paradiso

Londra è la città che mi sta ospitando ormai da un anno, e molto probabilmente lo farà ancora per molto tempo. La prima volta che visitai il capoluogo inglese fu nel 2006 e ne rimasi folgorata; forse perché la immaginavo troppo diversa, troppo piena di tutti i possibili problemi e inconvenieti della grande città, insomma solo una megalopoli. 
Mi sono ricreduta il giorno stesso...
È una sensazione che secondo me è inutile spiegare, semplicemente perché o la si prova o non la si prova. Come quando si ama: o si ama o no, le mezze misure, le indecisioni, il forse i ma non contano.
Non è facile cambiare vita da oggi a domani, lasciare la propria casa, la famiglia, gli amici, per costruirsi un futuro, una propria indipendenza, una visione diversa di un mondo diverso.
Ci vuole coraggio per fare questo tipo di scelte, tutti vorremmo una vita facile, lavorare ma vivere con mamma e papà, senza cucinare, lavare, pulire casa, essere protetti e rassicurati dai vecchi amici, è giusto mi chiedo avere sempre le spalle coperte?
Io (e Fabio) abbiamo risposto a questa domanda un anno fà...Altri milioni di giovani da tutto il Mondo ogni giorno emigrano alla ricerca di qualcosa che per alcuni è un lavoro, per altri una necessità, per altri la guerra e la fame, per altri la sola voglia di conoscere o fuggire.
Londra mi ha accolta a briaccia aperte, mi ha guidata, mi ha incuriosita, mi ha insegnato a vivere con me stessa. Passeggiando da sola per le vie, alla ricerca di tutto e niente, del negozietto delle particolarità al ristorante di chissà quale nazionalità, oltre a scoprire un'infinità di meravigliosi angoli di pace ho capito quanto sia importante il saper vivere con se stessi.
Sono convinta che sarebbe potuto accadere in una qualsiasi altra città, perché no? 
Ma questa città, questo Paese per me hanno sempre rappresentato qualcosa di più, ed è per questo che, per il momento, è qui che voglio vivere.
Perciò ora che posso dire di conoscere Londra discretamente bene vi lascio intravedere alcuni di quegli angoli di paradiso che in una vacanza “tipo” a Londra non si usa visitare (Purtroppo!!!).
-The Old Chiswick Cemetery: situato lungo il fiume nel quartiere di Chiswick questo piccolo cimitero rappresenta la morte come la quiete dopo la tempesta. È fatiscente ma con classe, è semplice e inglese; se potessi scegliere dove essere sepolta sceglierei Chiswick.
Si, vicina al monumento di Ugo Foscolo, due stranieri in terra straniera.
Per chi se lo stesse chiedendo: si Ugo Foscolo è morto a Londra e la sua lapide era in questo sconosciuto cimitero, ma su richiesta del Re d'Italia le sue spoglie furono portate a Firenze. Anche la chiesa all'interno del giardino è un piccolo gioiello, di pietra e legno con un grande organo e un vecchio guardiano.

-The Old Chiswick Cemetery-
-Una passeggiata lungo il Tamigi sconosciuto: partenza Richmond destinazione Fulham. Un'ora o due di relax lontano dai rumori della città, per godervi la natura, il fiume e momenti di vita tipicamente inglese come il canottaggio, la corsa, le bevute ai pub, i pic nic.

-The Borough Market & Southwark Cathedral, situati nella riva sud del Tamigi vicino al London Bridge, sono secondo me una tappa immancabile. Il primo è un mercato culinario che abbraccia ogni tipo di cucina dal Mondo, potete trovare ogni tipo di spezie, marmellate, miele, dolci, formaggi, salumi.
Opening Times:
Thursdays 11.00 am-5.00 pm
Fridays 12.00 am-6.00 pm
Saturdays 8.00 am-5.00 pm
È inoltre un ristorante a cielo aperto, e se si ha voglia di “assaggiare”è il posto giusto!
La Southwark Cathedral o The Cathedral and Collegiate Church of St Saviour and St Mary Overie è proprio accanto al Borough Market e fa da cornice al ristorante a cielo aperto di cui parlavo poco fa. In stile gotico, è la chiesa madre della diocesi anglicana di Soutwark. Si può visitare gratuitamente e magari lasciare una piccola donazione, al suo interno domina la pace (nonostante ci si trovi nel cuore di Londra), la freddezza delle pareti in sasso è compensata dal calore delle candele e del legno. William Shakespeare, amava recarvisi di tanto in tanto, di lui rimane una statua commemorativa.
-Bancarella Borough Market-
-Kensington e St. Mary Abbots. Sebbene questa zona ora faccia parte del centro di Londra, fino al 1830 questo era un villaggio di campagna in cui si trovavano molte belle ville; tra di esse Holland House, il cui giardino forma oggi l'omonimo parco. Verso la metà del XIX secolo crebbe rapidamente tanto da essere assorbita dall'allora nucleo londinese.
Kensington High street è una delle vie principali di questo quartiere; conosciuta anche come la piccola Oxford street (anche se a mio avviso non hanno niente in comune), i suoi negozi sono esclusivi quasi quanto quelli intorno a Knightsbridge, ma se non siete interessati allo shopping, come nel mio caso, ci sono altrettanti luoghi da scoprire.
Per esempio la chiesa di St Mary Abbots, ricostruita nel 1872 dall'architetto Sir George Gilbert Scott in stile neo-Gotico Inglese. Circondata da un piccolo cimitero monumentale in questa chiesa si organizzano nel periodo natalizio dei concerti di musica sacra. All'ingresso incontrerete una signora che vi illustrerà, se volete, tutte le iniziative che la parrocchia sostiene ogni anno a favore dei più bisognosi e, sempre se volete, potete lasciare un'offerta o acquistare un pensierino nella bancarella allestita per regalare un Natale a chi è più sfortunato di noi.
Questo quartire ha inoltre la fortuna di essere circondato da due dei più bei parchi di Londra: Holland Park e i famosi Kensinghton Gardens, se è il verde che cercate qui ne troverete per chilometri. Mi correggo: qualunque cosa cerchiate in Kensington la troverete.
-Chiesa St.Mary Abbots-

domenica 4 dicembre 2011

another Christmas

Il Natale come festa religiosa è arrivato in Gran Bretagna nel 596 con i monaci agostiniani.
Prima di questa data analoghi festeggiamenti celebravano la nuova stagione dopo il solstizio d'inverno.
Già i druidi, i sacerdoti degli antichi popoli celtici, avevano attribuito ad arbusti come il vischio o l'agrifoglio le caratteristiche di perennità che ancora oggi molti popoli accordano loro.
I riti druidi rivivono nell'uso che di quelle piante si fa, durante il periodo natalizio, in tutti i paesi anglosassoni, dove corre l'abitudine di incontrarsi con gli amici per cantare di porta in porta canzoni auguraI i (le Christmas Carols) e scambiarsi ramoscelli sempreverdi.
In Inghilterra ormai le tradizioni natalizie non si distaccano molto da quelle degli altri Paesi.
Le strade vengono decorate con luminarie e festoni di piante sempreverdi, mentre le vetrine dei negozi e le finestre delle case sono ornate di neve artificiale e merletti che riproducono le geometrie dei cristalli di neve.
Su ogni porta viene appesa una ghirlanda come segno di buon augurio mentre i fidanzati si baciano sotto rami di vischio promettendosi eterno amore.
Babbo Natale è rappresentato secondo la tradizione, cioè come un vecchietto dalla lunga barba bianca con addosso panni di un rosso vivido bordati di pelliccia bianca.
Le piccole differenze si notano nelle azioni dei bambini.
Per i bambini inglesi il natale comincia già a novembre quando iniziano a scrivere la lista dei regali che vogliono ricevere. Da dicembre si inizia ad aprire il calendario dell’avvento, forse l'unica occasione in cui si vorrebbe che i giorni passassero più in fretta, e a due settimane da Natale si iniziano a decorare la casa e l’albero.
La sera della vigilia, i bambini appendono delle calze per Father Christmas e per ringraziarlo dei regali gli lasciano un bicchiere di latte e un dolcetto (Mince Pie, si tratta di una tortine di pasta frolla che contiene frutta secca, spezie, noci o mandorle a pezzetti, sugna e un po' di liquore di solito brandy o rum) e per la renna Rudolph lasciano invece una carota.
Il giorno di Natale è il più bello perchè si aprono tutti i regali che Babbo Natale ha lasciato dentro un sacco sotto all’albero, poi si sta insieme ai parenti mangiando il tacchino ripieno, il tradizionale Christmas Pudding e giocando con gli immancabili Crackers prontamente sistemati sulla tavola.
Alla fine del pranzo verso le 3 del pomeriggio in televisione si assiste tutti insieme al tradizionale discorso della Regina.
CHRISTMAS TURKEY
Ingredienti per 8 persone
Tacchino (circa 3 kg)
burro, 1 noce
pancetta, q.b.
sale
Ripieno:
rigaglie del tacchino
pancetta, 40 g
salsiccia, 100 g
mollica di pane, q.b.
mele, 3
castagne lessate, 250 g
prugne secche snocciolate, 100 g
burro, q.b.
sale, q.b.
pepe, q.b.
Preparazione:
Preriscaldate il forno a 220 gradi.
Tritate insieme rigaglie, pancetta e salsiccia; unite la mollica di pane bagnata e strizzata, le mele sbucciate a fette, le prugne ammorbidite in acqua tiepida e le castagne. Riempite il tacchino con il composto e aggiungete una noce di burro, sale e pepe. Cucite l'apertura, avvolgete il tacchino con le fette di pancetta e infornate con un po' di burro.
Cuocete per un'ora circa. Abbassate la temperatura a 180 gradi e lasciate cuocete ancora per un'ora e mezza circa. Ogni 15 – 20 minuti, bagnate il tacchino con il suo sugo di cottura. Quando mancano 15 minuti, togliete la pancetta e lasciate cuocete fino a far dorare la pelle.
CHRISTMAS PUDDING
Il Christmas Pudding viene preparato almeno quattro settimane prima di Natale in modo che il suo sapore possa maturare. Alcuni addirittura lo preparano da un anno all’altro!
In Inghilterra si usa nascondere delle monete sul fondo, prima di portarlo in tavola: è di buon augurio per chi le trova.
Ingredienti per 10 persone
200 gr margarina,
350 gr uvetta secca,
200 gr uvetta sultanina,
200 gr uvetta passa,
50 gr di canditi misti,
25 gr di mandorle tritate,
175 gr farina,
2 cucchiaini da thè di spezie miste in polvere,
cucchiaino da thè di noce moscata in polvere,
175 gr di briciole di pane fresco (pane al latte, senza crosta),
700 gr di zucchero di canna,
2 uova grosse, sbattute, la buccia ed il succo di 1 limone,
1 cucchiaio di melassa,
4 cucchiai di latte,
2 cucchiai di brandy,
1 stampo da budino dalla capacità di 1 litro, carta oleata, agrifoglio per decorare,
1 cucchiaio di brandy per flambare.
Preparazione:
Imburrate lo stampo da budino con abbondante burro ed a parte anche un foglio doppio di carta oleata che vi servirà poi da coperchio per il pudding. In una ciotola grande mescolate tutti gli ingredienti con un cucchiao di legno per circa 5 minuti fino ad ottenere un composto omogeneo e
riempite con questo la forma imburrata. Pareggiate la superficie che deve rimanere al di sotto del bordo per circa 2,5 cm e coprite con il doppio foglio di carta oleata (la parte imburrata rivolta verso l’interno) ben ripiegato tutt’intorno al bordo e legato con dello spago da cucina. Mettete il Pudding in una pentola e aggiungete dell’acqua calda in modo che ricopra la forma per 1/3.
Coprite col coperchio e fate cuocere a fuoco bassa per circa 6 ore non dimenticando di aggiungere sempre l’acqua calda che mano a mano evapora. Trascorso questo tempo, toglietelo dall’acqua e fate raffreddare. Sostituite poi il coperchio di carta oleata con un altro che legherete come il precedente. Conservate il pudding in un luogo fresco e aereato.
La mattina di Natale:
Riscaldatelo per circa 2 o 3 ore con lo stesso metodo che avete
usato per la prima cottura, ricordandovi di sostituire di tanto in tanto l’acqua che evapora.
Quando è ben caldo, rovesciatelo sul piatto di portata, decorate con l’agrifoglio, versate sulla cima un cucchiaio di brandy riscaldato in un pentolino e flambate a tavola.
Servite accompagnato dal Burro al Brandy.

Quest'anno passerò il Natale a Tellaro con tutte le persone che amo e questo mi basta, ma visto che ne ho la possibilità porterò con me un pò di Inghilterra...Non vedo l'ora!

il punto fermo

“Io ho curato le tue ferite. Ti ho lavato,
conosco il tuo odore, so quando hai la febbre.
Forse che per questo non ti amo?
Ogni giorno rassomigli di più al cadavere che un giorno diventerai
eppure ti amo sempre.
Quando morirai ti giacerò accanto
e con te rimarrò fino alla morte, senza cibo nè bevanda.
Ti putrefarai fra le mie braccia
ed io amerò ancora la tua carogna.
…perchè se non si ama tutto non si ama nulla.”
J.P. Sartre

sabato 3 dicembre 2011

Quello che manca

Una volta lui aveva detto qualcosa che lei non riusciva ad immaginare: gli amputati sentono dolori, crampi, solletico alla gamba che non hanno più. Così si sentiva lei senza di lui, sentendolo là dove non c’era più.
(Gabriel García Márquez, L’amore ai tempi del colera)

Manca una città che seppur piccola aveva tutto quello di cui avevo bisogno. 
Manca una via, un appartamento all'ultimo piano e le sue stanze, piccole da sentirle tutte mie. 
Mancano quei muri che mi hanno vista ridere a tutte le ore del giorno e della notte, piangere a tutte le ore del giorno e della notte, raccontarmi a tutte le ore del giorno e della notte. Mancano quelle persone, le mie persone. I loro herpes semestrali, le bollette mensili e i cicli più o meno regolari.
Manca quel balcone che ci ha sorrette nei momenti più difficili e ci ha coccolato nei momenti felici. Manca quello specchio che fissava le nostre facce ad ogni ora del giorno senza mai giudicare. Manca quella vita passata che sappiamo non tornerà. E crescere è questo...