martedì 24 giugno 2014

L'amore nei tavoli delle caffetterie



Ho sempre trovato le cafferie dei posti estremamente affascinanti, mi siedo e non posso fare a meno di chiedermi: Quante persone avrà ospitato questo tavolo? Chi si sarà seduto qui prima di me? Una coppia? Una famiglia? Un solitario come me? La verità è che ogni tavolo racconta una storia, una storia d’amore, d’amicizia, una discussione tra fidanzati, i primi baci, il riposo dopo lo shopping.     
-Punti di Vista-
     
E oggi seduta in questo angolo di Starbucks non faccio che fissare la gente che passa e immagino le loro vite. E’ un privilegio osservare indisturbati, un vantaggio se vogliamo, come la postazione di un checchino in guerra e il centro commerciale è il mio campo di battaglia.
Sono sempre stata una persona che ama la solitudine, non mi spaventa lo stare da sola con me stessa e dare voce ai miei pensieri. Non sempre è possibile e per questo approfitto di tutti i momenti a mia disposizione per dare sfogo alla creatività.
Una coppia passeggia a braccetto, discutono e sorridono chissà che cosa si stanno dicendo? 
Una mamma gioca con i suio due bimbi, uno è caduto e adesso piange. Un minuto e tutto è passato. E’ incredibile come tutto sia così dinamico e fugace, non faccio in tempo a vedere una faccia che è già sparita dalla mia vista e dalla mia mente. Siamo tutti così uguali nelle diversità? Troverò mai qualcuno come me? Una malinconica incurabile che pensa al passato come ad un dono del quale fare tesoro. Un pò come gli anziani fanno tesoro del loro passato, con quella gioia e amarezza dei ricordi e ti chiedi se ricordare li faccia star bene oppure li faccia soffrire. Penso ai miei nonni e alle loro vite. 
I miei nonni sono persone davvero speciali, forse perché mi hanno cresciuta con la stessa forza di un genitore o forse perché mi hanno fatta viaggiare in luoghi lontani nel tempo, perché non mi hanno mai fatta sentire sola o non amata, perché non erano mai stanchi di giocare, preparare da mangiare, pulire e giocare dinuovo. E’ triste pensare che un giorno non saranno più al tuo fianco, e quel giorno una parte di noi non esiterà più. 
Inciso sul mio tavolo ci sono due nomi ‘Samad & Lyah LOVE’. 
Mi sono sempre chiesta perché la gente senta il bisogno di manifestare il proprio amore, i propri sentimenti “per inciso”. E’ un passaggio adolescienziale quasi obbligato. Chi di noi non ha mai scritto sul priprio diario il nome della persona che amava, sulla sabbia, nei vetri appannati, un’amica delle superiori si era scritta il nome del ragazzo addirittura nelle mutande e con l’evidenziatore. 

Ma questo succede solo quando siamo adolescenti, quando non abbiamo altri mezzi per descrivere il sentimento che stiamo provando. Altri tempi, altri mezzi di comunicazione. Oggi al posto del diario personale ci sono Whatsapp, Facebook, Twitter ma per fortuna ci sono delle ‘usanze’ che vanno ancora di moda.

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