sabato 5 marzo 2011

Cosa rimane del tempio del calcio

Oggi sono entrata in un luogo molto caro agli inglesi: la "casa" della nazionale di calcio, il Wembley Stadium.
Sicuramente è una struttura che non lascia indifferenti, mentre mi avvicinavo a piedi ne sentivo l'imponenza, una strana sensazione che senti aleggiare nei suoi dintorni come una leggera foschia che ad un certo punto ti turba.
Era lì, il gigante di vetro che riflette i colori di Londra, sovrastato da un arco che per quanto grande non riuscivo a vedere. Ora il simbolo di Wembley è proprio quell'arco. E' bizzarro che lo si riesca a vedere solo da lontano.
All'ingresso principale la statua di Bobby Moore ti da il benvenuto, il che crea anche un pò di nostalgia...
Si, perché tutto quello che era, rappresentava la nazionale inglese ora non esiste più. 
Facendo il tour del nuovo stadio ho avuto la sensazione che lo stadio in se stesso avesse più importanza dei giocatori che lo rappresentano. E' vero, è uno stadio moderno, bello, sicuro, talmente perfetto da non sembrare neanche uno stadio. E la guida oggi ci ha illustrato ogni innovazione tecnologica, ogni sezione, le sale per i ricevimenti, la sala reale, le stanze private per i miliardari che vogliono vedere le partite, la sala della conferenza stampa vanta ben 80 posti a sedere, il club di Bobby Moore ha diritto alle sedie "morbide" per vedere la partita, gli spogliatoi sono addirittura quattro, prima di entrare in campo i calciatori calpestano una moquette e udite udite il Wembley Stadium è lo stadio che ha più cessi, si avete capito bene, nessun altro stadio ha tanti cessi quanto Wembley. Forse è un record che si ad dice alla situazione penosa della nazionale!
Resta il fatto che questo tour ha messo ancora di più in risalto quanto sia radicalmente cambiato lo spirito inglese. Avrei preferito sentire da parte dello staff, della guida, un più forte attaccamento a quella maglia dai tre leoni che tante volte ci ha fatto emozionare. 
Poi penso, sono stati loro a voler abbattere il vecchio Wembley, sono stati loro a voler un italiano (e che italiano!) a guidare la nazionale, forse anche loro adesso hanno quello che si meritano.
Da spettatrice posso solo aspettare, nel frattempo possiamo fare un salto nel passato...
-L'Empire Stadium-

Nella seconda metà dell'800 la zona di Wembley era caratterizzata da una vasta zona verde, parchi con cascate, fontane, insomma adatta per le classiche passeggiate tanto amate dai londinesi.
Con lo sviluppo sempre maggiore della metropolitana e treno, nel 1889 il presidente della Metropolitan Railway, Sir.Edward Watkin, volle aggiungere un'attrattiva al già famoso parco. La sua idea fu quella di costruire una torre di almeno 350 metri, più alta e particolare della Tour Eiffel di Parigi; ma la costruzione venne abbandonata a 61 metri appena, a causa dell'instabilità del terreno e la mancanza di finanziamenti. Rimase in piedi fino al 1907, anno in cui venne fatta saltare con la dinamite.
Con la fine della Grande Guerra il governo britannico varò il progetto per la “British Empire Exhibition”, che oltre ad avere centinaia di padiglioni, le rappresentanze delle varie Colonie, decise di costruire per tale occasione lo stadio nazionale dello sport; e il parco di Wembley fu scelto come sede ideale.
L'Empire Stadium venne costruito in appena 300 giorni da 1500 operai e fu inaugurato il giorno della finale di Coppa d'Inghilterra il 28 aprile 1923, vinta dal Bolton Wanderers 2-0 contro il West Ham United. Quel giorno si raggiunse la capacità di 126.945 spettatori, record ancora imbattuto. 
Ma quel famoso 28 aprile passò alla storia anche per un altro fatto: “Il giorno della nascita di Wembley si sfiorò una catastrofe”, così leggo in un articolo, “Si grida al miracolo” leggo in un altro. In effetti proprio per il grande evento di inaugurazione si presentarono, oltre ai 127.000 degli spalti, una folla di altrettante persone al di fuori dello stadio. Cancelli e barriere cedettero e moti, per scampare all'ondata, si rifugiarono in campo. Quel giorno ci furono oltre 1000 feriti, altri arrivarono in ospedale con fratture e sindrome da schiacciamento addominale. Con l'arrivo di Re Giorgio V vennero chiamati i rinforzi e la situazione si stabilizzò, il match cominciò con 43' di ritardo e la gente lungo le linee laterali.
Da allora la finale di Coppa d'Inghilterra, nata nel 1872, si è sempre giocata a Wembley; la Nazionale di calcio adottò presto questo terreno come quello di casa, inizialmente per le sfide contro Scozia, Galles e Irlanda del Nord, successivamente, dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche per le partite con il “resto del Mondo”. L'Argentina fu la prima squadra a giocare nel “tempio” del calcio il 9 maggio 1951, battuta 2-1 dalla nazionale inglese.
È un'impresa riservata a poche quella di espugnare Wembley, sono 16 le avversarie che hanno sconfitto i “leoni” nella loro tana.
Sconfitte, vittorie, in questo stadio si sono giocate ben sette finali delle coppe europee (1963,'65,'68,'71,'78,'92,'93), i cosiddetti Leoni inglesi abitano qui dal lontano 1924 e qui hanno vinto il trofeo forse più importante, la Coppa del Mondo (allora Coppa Rimet). 
Era il 30 luglio 1966 contro la Germania Ovest. Era Bobby Moore il capitano gentiluomo di quella grande Inghilterra ed era Sir.“Alf” Ramsey a guidarla.
«Era tanto mio amico quanto il più grande difensore contro il quale abbia mai giocato. Il mondo ha perso uno dei suoi migliori calciatori e un rispettabile gentiluomo» (Pelé, in memoria di Bobby Moore)
La storia di questo stadio non è ricca solo di eventi legati al calcio, già nel 1929 Wembley aprì le sue porte al rugby professionistico, poi cominciarono gli incontri di Boxe, Muhammad Alì, a quel tempo ancora Cassius Clay, arrivò ad un passo dalla clamorosa sconfitta sul quadrato dell'Empire Stadium, il 18 giugno 1963, contro l'inglese Henry Cooper. Wembley divenne la sede anche per altre due attività fisse: lo speedway e le corse dei cani.
Nel 1948 ospitò le olimpiadi e la pista di speedway fece posto alla pista di atletica, e il 29 luglio 4500 atleti di 59 Paesi sfilarono nella cerimonia di apertura davanti a 82.500 spettatori.
Negli anni Settanta anche Wembley si apre al Rock, l'estate del 1972 è caratterizzata dalla serie di concerti di Billy Haley, Little Richard e Chuck Berry. Ma l'evento musicale più significativo, che se vogliamo cambiò anche la storia del Rock live, fu il concerto in mondovisione Live Aid del 1985, per le vittime della carestia in Etiopia e Sudan.
Da tempio del calcio a tempio del rock. Orgoglio inglese, è passato alla storia come luogo sacro del football, dove ogni giocatore sognava di giocare.

Io non ho avuto la fortuna di vedere né tanto meno di entrare in questo tempio del calcio, so solo che cosa rappresentavano quelle due torri che sventolavano con orgoglio la bandiera inglese.
Oggi quel che resta è un gran bello stadio, forse il più bello mai costruito... Nient'altro!


PS: Nella mia vena critica mi sono dimenticata di sottolineare che comunque, nonostante tutto, il tour è stato molto divertente e la guida, anche se del Chelsea, era molto simpatica e preparata!  



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