lunedì 31 ottobre 2011

Trick-or-treating?

As spirits roam the neighborhoods at night,
Let loose upon the Earth till it be light...
Ho sempre pensato alla festa di Halloween come ad una farsa e per questo non ho mai provato particolare interesse nel travestirmi da strega, vampiro o zombie.
Probabilmente perché ho sempre avuto la netta sensazione che per noi italiani si tratti puramente di un altro giorno dell'anno per far spendere soldi alla gente in cavolate come zucche decorative, coltelli di plastica insanguinati, denti da vampiro e via dicendo.
Oggetti (tra l'altro di grande utilità!) che finiranno puntualmente in una scatola di cartone marrone dritti nel dimenticatoio, insieme ai tanti altri oggetti che non ci ricordiamo neanche più di avere ma che in compenso attraggono quantità di polvere da far concorrenza al famoso folletto Vorwerk.
Quello che non mi spiego è come faccia ad avere così tanto successo, soprattutto quando capisci quanto la nostra cultura sia diversa e in netto contrasto con quelle che sono le credenze e le usanze di Halloween.
Molti pensano che Halloween abbia avuto origine con la festa di Ognissanti, ma ciò non è vero. 
Ognissanti, che tra l'altro ha avuto origine nella Chiesa Cattolica, veniva inizialmente celebrata il 13 di maggio. 
Nell'anno 834 Papa Gregorio III spostò la data al 1 di novembre al fine di “convertire” la Germania, dove erano ancora radicate le tradizioni del mondo celtico, e che in quello stesso giorno celebrava la festa di Samhain, il principe della Morte.
I Celti credevano che in questo giorno gli spiriti malvagi dei morti ritornavano dall'aldilà per creare confusione e caos fra i viventi.
Ora che ci penso però i celti, e come loro altri popoli, non temevano i defunti (o meglio i loro spiriti), e noi?
Spalanchiamo le porte a queste feste per noi senza nessun significato e diamo sempre più meno importanza a quelle usanze, sopravvissute in alcune zone dell'Italia, di accogliere i morti lasciando del cibo sulla tavola apparecchiata.
Non esiste regione italiana che non abbia nella sua gastronomia tradizionale, un piatto di rito e dalla forte valenza simbolica dedicato al Giorno dei Morti.
Secondo la credenza popolare, nella notte tra l’1 e il 2 novembre, le anime dei defunti tornano dall’aldilà, ed il viaggio che li separa dal mondo dei vivi è lungo e faticoso, ed è per questo che vengono imbandite tavole in cui i propri defunti trovano ristoro, e per renderli benevoli verso i giorni a venire.
Inoltre si racconta che si possono vedere le anime camminare per le vie in ordine di dipartita: per primi coloro che morirono di morte naturale, poi i giustiziati, i disgraziati, i morti di morte repentina, e così via.
Siamo un Paese ricco di usi e costumi perciò mi chiedo: era proprio necessario italianizzare Halloween?
Credo proprio che ne avremmo potuto fare a meno....

PS: Venerdì sera ero ad una festa di Halloween in un locale tra l'altro molto suggestivo di Londra (Ah, e alla fine ho optato per un costume da vampiro). La cosa che però ha catturato la mia totale attenzione sono stati i, diciamo “bizzarri”, costumi scelti dalla quasi totalità delle ragazze, ovviamente in diverse varianti. Vediamone alcuni:
A- Infermiera sexy con il camice rigorosamente imbrattato di sangue.
B- Gattina sexy con tanto di coda, minigonna o pantaloni in pelle e tacco 14.
C- Coccinella. Si anche io non mi spiego la scelta di questo costume!!!
D- Zucche, ovvero minivestito arancione, tacco 14 e calze verdi (ma non tutte le avevano).
Mi chiedo, perché?

domenica 30 ottobre 2011

Il libro che mi cambierà la vita

La domenica non è il giorno della settimana che preferisco ma è l'unico che abbiamo a disposizione per curiosare ogni angolo di Londra. E così dopo colazione passiamo quell'ora circa a decidere dove andare e qual'è il percorso migliore per arrivarci. Uno potrebbe pensare che, visto che viviamo in una città così grande con così tante opportunità e cose da fare, la scelta sia facile. Ma non è così!
Stamattina, dopo il solito americano, e dopo aver constatato che quasi tutte le linee di metropolitana funzionavano (o meglio quella che interessava a noi), siamo partiti alla volta della TATE Britain:
The home of British art from 1500 to the present day.
Si trova nella riva settentrionale del Tamigi chiamata Millbank, poco distante dal Parlamento, ed è parte del complesso museale TATE del Regno Unito.
W. Turner - Regulus 1828/29
Alcune informazioni utili:
Apertura
Dal sabato al giovedì: 10.00 am – 6.00 pm
Venerdì: 10.00 am – 10.00 pm
Chiusa il 24, 25, 26 dicembre.
visiting.britain@tate.org.uk
L'entrata è libera, a pagamento sono solo le mostre principali.
Mostre
John Martin: Apocalypse
21 settembre 2011 – 15 gennaio 2012
£ 14
Barry Flanagan: Early Works 1965 – 1982
27 settembre 2011 – 2 gennaio 2012
£ 11

Questa galleria presenta la più grande collezione d'arte britannica al Mondo e ospita artisti britannici come Joseph Mallord William Turner, Thomas Gainsborough, John Constable, William Blake, David Hockney, Francis Bacon.
Millais - Ophelia 1851/52
Un percorso tra i colori, i paesaggi, delle tempeste spaventose, dei volti sconosciuti e di cieli nuvolosi. L'ala dedicata alle opere di Turner, la Clore Gallery, è stata in assoluto la parte più interessante e rilassante allo stesso tempo. Credetemi è stato un piacere dei sensi, e non credo solo per me.
La sezione più moderna del museo, denominata Art Now, si occupa invece di ospitare artisti e videoartisti contemporanei. In questa parte di piacevole, se devo dir la verità, non c'è stato nulla. Anzi mi sono imbattuta in una videoinstallazione dell'artista inglese Ed Atkins alquanto lugubre, il titolo la dice lunga: “A Tumour (In English)”. In English, perché? In Italiano sarebbe stato diverso? Comunque non è questo il punto, infatti oltre alla mediocre videoinstallazione, in regalo c'era anche un libricino di una cinquantina di pagine che esordisce con questa frase:

FREE (giusto per ricordarti che è gratis!)
This book will change your life:
it will conjure a tumour inside you.
In your colon, or perhaps your wet brain
or your left kidney, or
secreted within your right testicle.
Clustering inside your ovaries,
your pituitary, your breast.

Una lettura leggera. Capisco perché era gratis ma mando Atkins a quel paese ugualmente.
Il concetto di Arte che hanno certi artisti resta per me un mistero, e per questo motivo di curiosità.
Se vi capita di passare qualche giorno a Londra, la Tate Britain è una delle tante tappe obbligatorie.

PS: “A Tumour (In English)” resterà alla Tate fino al 10 gennaio 2012, magari venite a Londra dopo!